Concludiamo questa incursione dell’Identità di Clio nella saga dei Florio con una lettura delle vicende che hanno caratterizzato il rapporto con le donne.
Concludiamo questa incursione dell’Identità di Clio nella saga dei Florio con una lettura delle vicende che hanno caratterizzato il rapporto con le donne.
Vissute nel periodo che va dal momento di massimo splendore al declino della famiglia Florio, Franca e Giulia rappresentano due facce opposte quanto complementari del ruolo rivestito dalla celebre dinastia nella società palermitana della Belle époque. In un periodo di mutamenti sociali, tra cui l’arrivo in Italia delle prime suffragette (nel 1903), il ruolo delle donne di casa Florio muta rispetto al secolo precedente.
Nel 1901 Ignazio Florio commissionò a Giovanni Boldini, acclamato pittore italiano trasferito a Parigi ed interprete del mondo femminile della Belle époque, un dipinto che immortalasse degnamente la radiosa bellezza della moglie, Franca Jacona di San Giuliano.
Boldini, artista animato da un’effervescente vocazione alla mondanità, non se lo fece ripetere due volte, e nello stesso anno si trasferì da Parigi a Palermo, dove fu ospite dei Florio, realizzando così il ritratto.
Giulia Florio è nata a Palermo il 20 aprile del 1909, a villa Olivuzza, nella lussuosa dimora dove l’impronta della dinastia segnò la storia di un’epoca. Era la quinta figlia di Ignazio e donna Franca, i quali erano talmente certi che dovesse essere un maschio il fututo nascituto, da non avere neppure pensato a un nome femminile. Alla fine optarono per uno di quelli usati già in famiglia e la chiamarono Giulia, detta Giugiù.
La Targa Florio è la celebre corsa automobilistica che interessa la zona delle Madonie. Fu ideata da Vincenzo Florio in sostituzione della Coppa Florio, competizione automobilistica che egli concepì nel 1905. La manifestazione viene celebrata ancora oggi non solo attraverso il suo svolgimento annuale, ma anche attraverso i musei a essa dedicata.
Il gusto di sapersi divertire fu in gran parte una “invenzione” dei Florio. Con Ignazio e Franca subentrava la meraviglia di uno stile di vita che coinvolse l’intera città. La pura ricerca del piacere estetico e dello sfarzo destò l’entusiasmo dei Reali in visita a Palermo e incontrò il favore dei viaggiatori, inserendo la città fra le mete turistiche meritevoli di essere frequentate.
Studio dello scrittore Leonardo Sciascia, con l’eterna sigaretta tra le dita e seduto al suo tavolo da lavoro. Parliamo dei Florio, della loro ascesa e del loro declino. Si stanno rivedendo le bozze del volume che Romualdo Giuffrida, Rosario Lentini, con il contributo di Gioacchino Lanza Tomasi e Sergio Troisi, stanno preparando per “I tipi” di Sellerio.
La storia dei Florio rappresenta un capitolo fondamentale negli avvenimenti di Palermo e dell’isola, un’epopea che va dalla seconda metà dell’Ottocento fino al secondo dopoguerra. Quella della famiglia Florio è una narrazione di altri tempi. Un’avventura generazionale che prende il via nella prima metà dell’era vittoriana, un periodo di grandi cambiamenti sociali e politici.
La famiglia Florio ha di fatto caratterizzato gli ultimi vent’anni dell’Ottocento e il Novecento, diventando un simbolo della Belle époque siciliana e non solo.
Un’avventura, la loro, cominciata da Bagnara Calabra con Paolo Florio, poi consolidata e trasformata in un impero da Vincenzo Florio il “facchino fortunato”, e dal figlio Ignazio I. E tramontata con il figlio di quest’ultimo, Ignazio Florio jr.
Giuseppe Lanza di Scalea era figlio di Maria Arabella Salviati (1922-2012) e di Francesco Lanza (1912-1988).
Era discendente per linea materna dalla rinomata famiglia dei Florio: Maria Arabella infatti era la figlia di Costanza Igiea, la terzogenita di Franca e Ignazio Florio.
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Rivista registrata pesso il Tribunale di Palermo il 17/10/2017 al numero 18/2017