Venivano da tutta Europa ed erano più di tremila gli studenti di origine ebraica che frequentavano gli atenei italiani. Più di cinquanta all’Università di Palermo, fino a che il sogno di diventare dottori non svanì con l’approvazione delle leggi razziali. Correva l’anno 1938 e il rettore dell’Università degli studi di Palermo, Giuseppe Maggiore, percorreva in pompa magna l’atrio della facoltà di giurisprudenza accerchiato dalla milizia fascista.