Un inno all’amore nel segno dell’accoglienza, un filo rosso che attraversa le generazioni senza nessuna discriminazione di genere. Sfidano il freddo dell’Irpinia per rendere grazie alla Madonna nera definita “Mamma Schiavona, che tutto concede e tutto perdona” perché dal volto scuro che rimanda agli antichi coltivatori di campi, ai ceti più umili della popolazione, agli schiavi. Un colore della pelle lontana dall’immaginario occidentale della Vergine, ma vicina agli ultimi. Secondo la leggenda fu proprio la Vergine che nel 1256 salvò, scaldandoli con la sua luce, due omosessuali: in seguito allo scandalo erano stati legati a un albero e lasciati al freddo.