Se è vero che nell’America degli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento la mancanza di case e di viveri, la promiscuità, le disastrose condizioni igienico-sanitarie, spingono i poveri bianchi a rivolgere la loro ira contro i poveri neri, quello che sta accadendo oggi, dopo il brutale omicidio di George Floyd, è qualcosa di diverso. Le ribellioni esulano infatti dal prevedibile copione dello scontro tra settori marginali della società: a insorgere adesso è un’intera classe sociale, a prescindere dalla razza, accomunata da processi di mobilità sociale discendente della popolazione, da abitazioni degradate e fatiscenti, da disoccupazione, fame e mancanza di diritti.